Le terapie
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I principali farmaci che ci possono aiutare nella lotta contro il Covid 19
Nei laboratori di tutta Italia continuano le ricerche, intanto ci si sta affidando a Tocilizumab (l'Aifa ha dato l'ok alla sperimentazione), Clorochina e Remdesivir.
Non c'è ancora una terapia effettiva per curare i pazienti affetti da Covid19, ma di certo in queste settimane in cui anche l'Italia si è trovata a dover affrontare l'emergenza, la ricerca non si è fermata.
Anzi, nei laboratori di tutta Italia si è continuato incessantemente a ricercare un farmaco, o una combinazione di farmaci, che contribuissero a curare le persone con il coronavirus.
Un primo segnale positivo è arrivato qualche settimana fa da Napoli, dove un paziente Covid-positivo ha avuto un miglioramento importante nella propria condizione di salute già nelle prime 24-48 ore dopo esser stato sottoposto - primo caso in Italia - a un trattamento a base di Tocilizumab, un anticorpo già presente sul mercato utilizzato per l'artrite reumatoide e anche per sedare l'infiammazione nei malati di cancro sottoposti a Car-T.
Il Tocilizumab è commercializzato da Roche che qualche giorno fa ha annunciato di averlo «messo a disposizione per tutto il periodo dell'emergenza a tutte le regioni che ne facciano richiesta, fatte salve le scorte necessarie a consentire la continuità terapeutica ai pazienti affetti da patologie per cui il prodotto è autorizzato». E sebbene il farmaco, nello specifico non è impiegato nel trattamento della polmonite da Covid19, Roche si è detta disponibile con Aifa «a avviare uno studio clinico sull'efficacia e sicurezza di Tocilizumab anche in questi pazienti». Questo farmaco potrebbe funzionare perché il coronavirus provoca una forte infiammazione polmonare e il Tocilizumab è di fatto una molecola antifiammatoria: agisce bloccando la produzione di interleuchina-6 che è una molecola infiammatoria che viene prodotta dal sistema immunitario in risposta all'infezione virale.
Il Tocilizumab è stato sperimentato a inizio febbraio su 188 pazienti in Cina e in più di 20 casi si sono avuti miglioramenti. In Italia, oltre al paziente di Napoli, il farmaco è stato dato anche all'assessore regionale lombardi allo Sviluppo Economico, Alessandro Mattinzoli, che ha contratto il virus ormai a inizio marzo e è stato ricoverato in terapia intensiva agli Spedali Civili di Brescia: dopo aver assunto il Tocilizumab, Mattinzoli ha avuto dei netti miglioramenti nell'arco di pochissimo tempo. L'Aifa ha dato l'autorizzazione per la sperimentazione scientifica del farmaco per cui, come ha annunciato il professor Vincenzo Montesarchio, infettivologo dell'ospedale Cotugno di Napoli, «partiremo con priorità immediata in 10-15 giorni su 250 pazienti in Italia».
Tra le terapie in sperimentazione poi c'è anche la Clorochina, un farmaco antimalarico molto usato sin dal primo dopoguerra. Diversi studi hanno dimostrato che questa molecola ha anche un'attività antivirale, in particolare con i coronavirus. Come funziona? La Clorochina impedisce l'assemblaggio di alcune proteine virali inibendo così il legame tra i diversi carboidrati presenti su queste strutture. In questo modo, il virus non riesce di fatto a portare a termine la sua replicazione. Per questa emergenza sanitaria, è stato dimostrato che la Clorochina impedisca al Covid19 di infettare le cellule del paziente. Anche questa molecola è stata sperimentata in Cina in 15 diverse sperimentazioni e, secondo i medici, ha farro sì che i pazienti (un centinaio) avessero un netto miglioramento della sintomatologia e nella riduzione del periodo di degenza.
Un terzo farmaco candidato a curare il Covid19 è il Remdesivir della Gilead: si tratta di uno dei pochi farmaci che ad oggi ha un'evidenza sperimentale di riuscita, visto che ha già avuto sperimentazioni di successo sul virus della Mers, cioè l'Ebola. L'Italia attualmente sta partecipando ai due studi di fase 3 per valutare l'efficacia del farmaco nei pazienti coronavirus. Gli studi saranno condotti all'Ospedale Sacco di Milano, al Policlinico di Pavia, presso l'Azienda Ospedaliera di Padova, quella Universitaria di Parma e l'Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.
Ci sono poi il 'Ritonavir' e il 'Lopinavir', due antivirali che bloccano la replicazione del virus nelle cellule. In passato, usati in combinazione, sono stati sperimentati contro l'Hiv. Infine, poi, c'è il plasma: nelle persone guarite ci sono gli anticorpi contro il coronavirus. Il problema, però, è che fino a oggi sono troppo pochi i pazienti guariti da Covid19, quindi bisognerà ancora aspettare perché questa terapia possa mostrare la sua efficacia.