Aifa - Modifica della scheda informativa della Idrossiclorochina e Raccomandazioni
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COVID‐19 - Idrossiclorochina: AIFA aggiorna la scheda informativa
Il 29 aprile 2020, l'Agenzia Italiana del Farmaco ha aggiornato la scheda «Idrossiclorochina nella terapia dei pazienti adulti con COVID‐19» pubblicata in data 2 aprile.
- L'aggiornamento include una revisione degli utlimi dati della letteratura scientifica e riporta le prove di efficacia e sicurezza oggi disponibili.
- Restano invariate le raccomandazioni AIFA.
- AIFA ricorda che «l'uso off‐label è consentito unicamente nell'ambito del piano nazionale di gestione dell'emergenza COVID‐19 e nel rispetto degli elementi di seguito [ndr: nella scheda informativa aggiornata] riportati».
Background
- Studi in vitro e in modelli animali mostrano un'attività antivirale per idrossiclorochina (HCQ) e clorochina (CQ) (e i loro metaboliti attivi).
- HCQ sembra avere maggiore efficacia in vitro rispetto a CQ.
- Dati precedenti, seppur preliminari o aneddotici, mostrano una certa efficacia di HCQ in pazienti COVID‐19.
- Un documento di consenso cinese pubblicato durante la pandemia in Cina caldeggia l'uso clinico del farmaco e il suo inserimento nelle linee guida.
Modalità di prescrizione
- «Non ha limitazioni prescrittive».
- «Non è richiesta la prescrizione specialistica».
- «La modalità di dispensazione potrà essere stabilita in base alle direttive delle autorità sanitarie locali».
- «Trattandosi di un uso off label è necessario il consenso del paziente».
- «L'acquisizione del consenso (in forma scritta) deve risultare dalla cartella clinica».
I nuovi studi
Sono stati inseriti nella scheda aggiornata i risultati di 4 nuovi studi: due studi randomizzati e controllati (RCT) pubblicati che confrontano HCQ vs Standard di cura (SOC) e due studi retrospettivi non ancora pubblicati ufficialmente.
Il primo RCT mostra un miglioramento in alcuni sintomi e nel quadro di TAC con HCQ, il secondo mostra miglioramenti in alcuni sintomi solo in una analisi post‐hoc in un sottogruppo di pazienti.
I due RCT sono giudicati di bassa qualità.
I due studi retrospettivi sull'uso di HCQ da sola o in associazione con azitromicina, mettono in luce alcuni segnali di sicurezza da tenere in considerazione.
Le raccomandazioni AIFA
«In questa fase di emergenza, considerate le premesse sopradescritte, l'uso terapeutico dell'idrossiclorochina può essere considerato sia nei pazienti COVID‐19 di minore gravità gestiti a domicilio sia nei pazienti ospedalizzati».
«Il prescrittore considerare caso per caso il rapporto rischio/beneficio valutando, anche alla luce delle più recenti evidenze:
- le patologie associate. Si dovrà prestare particolare cautela nei pazienti con patologie cardiovascolari, (sindrome del QT lungo, aritmie maggiori, insufficienza epatica o renale, disturbi elettrolitici).
- le associazioni farmacologiche. In particolare l'associazione a farmaci che aumentano il QT.
- l'anamnesi di favismo (deficit di G6PD) o comunque elementi anamnestici sospetti per tale deficit congenito».
«Lo stato attuale delle conoscenze sconsiglia l'utilizzo dell'idrossiclorochina, in associazione con
lopinavir/ritonavir o con azitromicina, al di fuori di studi clinici».
«Poiché l'uso terapeutico dell'idrossiclorochina è ormai entrato nella pratica clinica sulla base di evidenze incomplete, è auspicabile la partecipazione a studi randomizzati che ne valutino l'efficacia».
Le raccomandazioni internazionali
«EMA: Il 24 Aprile l'Agenzia Europea ha richiamato l'attenzione sui rischi di reazioni avverse, anche gravi, associati all'uso dell'HCQ e CQ. In particolare, mentre eventi avversi possono manifestarsi anche a dosaggi terapeutici, le dosi più elevate possono aumentare ulteriormente i problemi legati alle alterazioni del ritmo cardiaco (QT lungo). L'EMA è a conoscenza dell'attuale utilizzo di HCQ nell'ambito della pandemia COVID19 e invita i prescrittori ad un particolare monitoraggio oltre a sollecitare studi clinici sull'efficacia del farmaco nella COVID19».
«FDA: Il 25 Aprile L'Agenzia USA avverte di essere a conoscenza di segnalazioni di gravi problemi del ritmo cardiaco in pazienti (ospedalizzati e non) con COVID‐19 trattati con HCQ o CQ, spesso in associazione con azitromicina e altri medicinali che prolungano il QT, specialmente in pazienti con insufficienza renale. Tali segnalazioni di reazioni avverse includono tachicardia o fibrillazione ventricolare o torsades de pointes e comprendono alcuni casi fatali».
«WHO: L'utilizzo di alte dosi HCQ o CQ può essere associato a eventi avversi seriamente negativi per la salute. Gli antibiotici non devono essere usati come mezzo di prevenzione o trattamento di COVID‐19».
Perché è importante
Non sono attualmente disponibili terapie di provata efficacia per COVID‐19.
Anche per questa ragione AIFA «ritiene indispensabile fornire ai clinici elementi utili ad orientare la prescrizione e a definire, per ciascun farmaco utilizzato, un rapporto fra i benefici e i rischi sul singolo paziente».
È fondamentale mantenere aggiornate le indicazioni in base anche alla pubblicazione di nuovi studi e raccomandazioni internazionali sul tema.
Bibliografia e riferimenti
AIFA. COVID‐19 ‐ Aggiornamento scheda informativa AIFA su idrossiclorochina. 29 aprile 2020